I primissimi esemplari di pentola a pressione vennero usati ad Alessandria d’Egitto, ma solo dopo diverse centinaia d’anni Denis Papin inventò un prototipo chiamato “digesteur” che nonostante la sua bontà non riuscì ad ottenere un grande riscontro. In seguito, la Silit, una ditta tedesca, iniziò la commercializzazione, ma sarà solamente nel dopo guerra che si diffuse e si sviluppò. Infatti, cucinare con la pentola a pressione significa utilizzare un metodo di cottura completamente diverso da quello tradizionale.
E così, un’altra azienda, questa volta francese, meglio denominata SEB, riusci a brevettare un nuovo modello perfezionato. Mentre, negli anni cinquanta arrivarono le versioni più sicure e complete.
Ma forse in pochi sanno che fu proprio la pentola a pressione la base per il motore a vapore. Lo stesso Papin, nel 1679, dopo aver studiato il vapore in senso lato brevettò il digestore, o meglio un recipiente ermetico che offriva la possibilità di cuocere e poi consumare dei cibi molto più digeribili. Questa sua pentola aveva una valvola per il vapore in eccesso ed era di ghisa, ma il costo proibitivo non aiutò la commercializzazione. Finché la Pilsen, una fabbrica della Boemia ne avviò la produzione e la vendita in tre misure diverse. Erano davvero uniche queste prime pentole a pressione moderne, quasi tecnologiche per quei tempi lontani.
Funzionamento della pentola a pressione
Con la pentola a pressione i cibi si cuociono più velocemente, quindi non serve alzare il fuoco. All’interno della stessa la temperatura può superare i 100 gradi per far bollire l’acqua. Infatti, è proprio a questa temperatura che l’acqua passa da liquida a gassosa. Inoltre, la pentola a pressione non è chiusa ermeticamente, ma la maggior parte del vapore resta all’interno e crea una temperatura più alta che serve per la cottura. Proprio per questo motivo le vitamine non vengono disperse e restano negli alimenti quasi completamente inalterate.
La pentola è munita anche di una valvola che serve per regolare la pressione interna. Ecco allora che il fuoco dovrà essere in un primo momento piuttosto vivace, mentre in seguito, quando si sarà formata la condizione ideale per vapore, pressione e temperatura, sarà sufficiente abbassare la fiamma e continuare la cottura.