Le fiabe che si raccontano oggi, anche sotto forma di cartoni animati, derivano da storie o leggende molto antiche, ed alcune addirittura si perdono nel tempo. Infatti, le favole più famose vengono raccontate da migliaia di anni, ancor prima della nascita della scrittura e della formazione delle lingue.
Favole risalenti al 3000 a.C.
Jamshid Tehrani, antropologo all’università di Durham e la studiosa Sara Graça da Silva di Lisbona hanno pubblicato una ricerca di confronto sul Royal Society Open Journal, composta da 275 fiabe tramandate in tutto il mondo. Sono stati evidenziati gli elementi ricorrenti sia nelle culture che nelle varie lingue.
Gli autori affermano che il trasmettere a voce queste storie era un’abitudine molto usata in quei tempi lontani, dato che ancora non si utilizzava la scrittura. Sono fiabe antichissime, nate molto prima dell’uso della scrittura e delle varie lingue, come per esempio, la favola “Il fabbro e il diavolo” che venne rintracciata nell’Età del Bronzo» tra il 3500 e il 1200 a.C.
I due studiosi, con il metodo filogenetico, seguirono il percorso delle varie fiabe nelle lingue del passato e scoprirono che in molte sono sopravvissute come leggende orali e narrate usando una lingua indoeuropea che oggi ormai si è estinta.
La fiaba più antica
Sempre secondo Teheran e Da Silva una tra le tante favole del passato fu proprio “Giacomino e il fagiolo magico” che si racconta con mille titoli diversi nei vari paesi europei e che risale a circa 5 mila anni fa, quando le lingue indoeuropee diventarono indio iraniane e proto occidentali.
Esiste però una fiaba ancora più antica, classificata in un periodo davvero arcaico e cioè 6 mila anni fa si raccontava “The Smith and the devil” ossia “Il fabbro e il diavolo“. In questo racconto il Diavolo si trasforma in diverse varianti come Gesù e San Pietro oppure nella Morte, tanto da diventare una conferma delle idee dei fratelli Grimm che raccolsero le fiabe tedesche e germaniche come dimostrazione dell’origine orale delle favole. Perché la cultura in generale ha radici lontanissime di cui si è perso addirittura il ricordo.
Ma le tradizioni racchiudono le loro storie tra i confini di stati, regioni e lingue. Ecco allora “Lo cunto de li cunti” di Giambattista Basile del 1634 e i “Racconti di mamma Oca” di Charles Perrault del 1697 che riprendevano spunti e temi dei miti greci , delle “Mille e una notte” e di “Esopo e Fedro“.
Alla fine, si può affermare con certezza che le fiabe tramandate a voce sono la base di ogni storia o racconto. E con la frase d’inizio “C’era una volta” già si precisa un tempo lontano e misterioso e quindi sconosciuto.