Sanremo 2021 è giunto al termine.
Nell’edizione del Covid-19, di Ibrahimovic e delle gaffe di Orietta nazionale, un tema ha colto l’attenzione: il presunto plagio dei, neanche a farlo apposta, vincitori: i Maneskin.
Non ha fatto chissà quale clamore (del resto la Sony, casa di produzione del quartetto romano, non è proprio l’ultima arrivata) ma ci offre la possibilità di fare un’analisi e aprire una discussione anche da un punto di vista tecnico e strumentale.
Le canzoni sono frutto di decine di decisioni da parte degli artisti, ogni nota ha un suo perché e, personalmente, trovo che analizzare un brano, “parlare” di musica oltre che ascoltarla e suonarla, sia una delle cose più belle e coinvolgenti.
Prima di tutto, è doveroso fare delle premesse:
Punto 1: a me i Maneskin piacciono, li apprezzo fin dalla vittoria morale di X-Factor, perchè se non erro quella formale fu del già dimenticato Lorenzo Licitra.
Trovo che il timbro “graffiato” di Damiano sia veramente notevole; Thomas – il chitarrista – per quanto sia lontano dal mio modo di intendere la chitarra solista (citofonare a Zio David, Pink Floyd) sulla parte ritmica sa dannatamente il fatto suo. Ha una qualità: fa poche e semplici cose, ma quelle le fa davvero bene, e non è così scontato o comune avere questa dote.
Da buon ex chitarrista di un gruppo non mi esprimo invece sugli altri 2 componenti, primo perché non ne ho le competenze e secondo perché, alla fine, la dinamica con batteria e basso è sempre la stessa per tutti noi chitarristi:
- il batterista è quello con cui litigherai ad ogni prova e concerto per riuscire a sentirti e non perdere l’uso del timpano;
- il bassista ti renderai conto di quanto sia fondamentale solo quando…NON C’É!
Punto 2: a mio parere un artista, a maggior ragione a quei livelli, non plagia mai consapevolmente.
Punto 3: dal punto di vista legale e come si evince dalla perizia della Sony (come approfondiremo in seguito), sostanzialmente, per essere plagio deve essere tutto quanto identico.
Lo trovo decisamente insensato.
Chi plagia non farà mai la stessa cosa precisa, tra Youtube, Spotify e le altre innumerevoli piattaforme disponibili si verrebbe “sgamati” in 2 secondi. Più verosimile che farà coincidere qualche aspetto, giocherà un po’ con gli accordi, ecc… Non credete?
Fare un pezzo identico è veramente inutile considerando le mille sfumature a disposizione su cui possiamo giostrare. Pensiamo ad un normalissimo Mi minore, la piccola aggiunta di una settima e quindi Miminore7 ha cambiato la seconda metà degli anni ’90; così iniziava Wonderwall degli Oasis.
Ma quindi, alla fine, i “Naziskin” (cit. Orietta Berti) hanno plagiato?
L’accusa è chiaramente rivolta al ritornello (da 0.48 sec. di Zitti e Buoni) ed il rit. del brano degli ANTHONY LASZLO – F.D.T. del 2015 (da 1.05).
Entriamo nel dettaglio:
- il giro di accordi è mi sol la per i Maneskin, sol la mi per i Laszlo
- La frase “fuori di testa” è la medesima, se escludiamo una piccola pausa
- La melodia vocale è veramente vicina
- Leggera differenza di metrica (Thomas usa il terzinato)
Notando questi punti, già in un primo rapido ascolto, capiamo che l’accusa sollevata dal produttore dei Laszlo non è poi così peregrina. La “smorfia” all’ascolto viene quasi naturale.
A questo punto entra in scena la perizia di Sony, il che in realtà è quasi più nociva. Prima di tutto se la perizia la fa la casa discografica di uno degli Artisti, capite bene che la prima cosa che mi verrebbe da dire è che sia leggermente di parte; in secondo luogo, per definizione una perizia andrà a scavare fin nei più piccoli dettagli. E siccome non stiamo parlando di Bohemian Rhapsody o November rain (praticamente “opere” di 10 minuti), ma parliamo pur sempre di una canzone che ha la più classica delle strutture (intro-strofa-strofa-ritornello-strofa-ritornello-ponte-ritornello) sarà, secondo me, naturale che ogni differenza che si troverà sembrerà più un’arrampicata sugli specchi.
Ma vediamo cosa dice la perizia:
- “Il giro di accordi è elemento generico”. Si ok, in effetti è tra i giri più abusati, pensate che se a quei tre aggiungiamo un re, avremo praticamente tutta la discografia degli ACDC! Tuttavia mi pare un punto leggerino…
- “É presente la pausa di 1/ottavo tra “vado fuori di” e “testa” nei Laszlo”… Eh beh… Un ottavo… Lunga pausa di riflessione…
- Vi è una differenza semantica tra “vado fuori di” e “sono fuori di”… Mmm…
- Segnalano, appunto, la metrica terzinata presente nei Maneskin. Ora, non potendo farvela sentire, cercherò di renderlo su carta: parlare di metrica è un pò come parlare di accenti, è come se al posto che dire cioe dicessi cioè…
Insomma, è la stessa cosa? Assolutamente no. Ci sono un po’ troppi elementi che coincidono e giocano vicini? In effetti sì, ma come abbiamo visto di fatto non è plagio. Il problema sta nella regola. Poi, il venerabile Maestro Ennio Morricone disse “Le combinazioni armoniche sono esaurite”, direi che siamo a prescindere per sempre tutti assolti, se lo dice lui…
Per concludere, Sanremo è stato vinto da un gruppo (cosa rara e positiva) e ha vinto la musica “suonata” (se in quel virgolettato pensate di leggere una certa vena critica a “aiutini digitali”, ci avete proprio preso!) quindi tutto sommato c’è di che essere soddisfatti.
Poi certo, se fai Laszlo di cognome magari è difficile prenderla con la stessa filosofia.
W la musica!
Shine on!