Con la vecchia Lira italiana abbiamo comperato la prima televisione o il salotto alla moda degli anni ’60 e per varie ragioni è rimasta nel cuore di tutti gli italiani. Nata nel periodo dell’Unità d’Italia del 1861 restò in vigore fino all’Euro, la nuova moneta che decretò la fine totale della vecchia valuta, nell’ormai lontano 2002. Ma chi non soffre un po’ di nostalgia nel rivedere nelle vetrine o sui banchi dei mercatini i chiari riferimenti al vecchio conio. A volte capita pure di trovare qualche monetina in fondo ai cassetti, come cartoline di un’epoca remota e assai felice.
Il valore della Lira
Quando si parla del valore di una moneta si pensa immediatamente alla sua valenza intrinseca, magari d’oro o d’argento, ma esiste anche la valutazione numismatica e il valore d’acquisto all’epoca della sua validità e perché no, pure il valore affettivo. Basti pensare alle bellissime 500 Lire in argento oppure ai piccoli 5 Lire che erano considerati quasi come gli attuali centesimi.
Nell’andare del tempo anche la Lira cambiò il suo potere d’acquisto e i biglietti da 10.000 Lire, per esempio, si trasformarono sia nell’aspetto esteriore che come valore d’acquisto. Quel che resta oggi sono solo delle monete valutate da esperti del settore che potrebbero interessare esclusivamente ai collezionisti. Comunque sia, la Lira verrà ricordata dai nostalgici per la sua semplicità e bellezza, come le 20 Lire, piccola ed interessante monetina che raramente si poteva trovare a fondo specchio. Con questa caratteristica si voleva indicare il fondo impeccabile e lucido, mentre il resto dell’immagine appariva in risalto.
Ma la classificazione dei numismatici si fece sempre più sofisticata, tanto da venir considerate rare quelle monete in cui mancavano dei particolari importanti. Perché i pochi errori della Zecca sono ancora oggi un valore aggiunto. Inoltre, ne esistono di quelle che valgono di più delle altre per l’annata, dato che in certi periodi ne venivano coniate di meno, oppure perché pur avendo circolato sono ancora in ottimo stato o magari sono fior di conio, cioè dall’aspetto pulito e ovattato.
Strani e particolari momenti sono stati anche quelli in cui si potevano usare i miniassegni che presero il posto degli spiccioli della Lira, per poco tempo. Erano dei piccoli assegni circolari di vari colori intestati a Banche o aziende note, associazioni e così via, che avevano corso legale. Alla fine, la Lira ha fatto la sua parte egregiamente, ha preso posto nei portafogli degli italiani a lungo e ancora ai giorni nostri vengono proposte delle sue riproduzioni di valore. D’altra parte, com’è possibile restare indifferenti di fronte alle famose 10 Lire, chiare, leggere e indimenticabili.