Sono venuti alla luce in Egitto e più precisamente a Saqqara diversi ritrovamenti, tra cui un laboratorio per imbalsamazione e circa una trentina di mummie della XXVI dinastia. Inoltre, nella necropoli della Piramide a Gradoni è stata rinvenuta una splendida maschera in argento e oro del II Sacerdote di Mut, qui esposta.
Il 2018 è stato un anno fortunato, anche grazie a queste scoperte di due mesi fa, che ci portano lontano nel tempo e ci fanno capire sempre di più la cultura e la vita dell’antico Egitto.
Laboratorio di mummificazione
L’area dei ritrovamenti era stata già scavata 100 anni fa. Si parla in particolare della zona della Piramide di Unas che nel 2350 a.C. diventò la tomba del faraone della V dinastia. Nello stesso posto si trova un edificio rettangolare in mattoni e blocchi di calcare che serviva all’imbalsamazione dei cadaveri nel 600 a.C. e più precisamente durante la XXVI dinastia. Ci si trova di fronte ad una grande zona aperta dove sono stati scoperti due larghi bacini delimitati da muretti, che venivano usati per il famoso “bagno di natron” citato anche da Erodoto. I corpi dei defunti venivano esposti per 40 giorni al sale di sodio per eliminare i liquidi. In seguito, venivano tolti gli organi interni, ma grazie a tutto quel sale i tessuti molli si conservavano meglio.
Tuttavia, la mummificazione non era finita così, ma richiedeva l’uso di oli particolari, resine e liquidi aromatici ritrovati in un nascondiglio in fondo ad un pozzo profondo 13 metri. Tutti gli ingredienti per l’imbalsamazione sono stati trovati all’interno di vasi di ceramica con il nome su ognuno.
Ritrovamento di 30 mummie
Lo scavo si è prolungato grazie alla scoperta di un altro pozzo di 30 metri che porta a 2 camere rocciose dove si trovano adagiate 30/35 mummie di cui 5 sarcofagi sono tuttora sigillati e non si è potuto verificarne il contenuto. Come è successo ad Alessandria dove venne trovato un sarcofago nero in granito perfettamente chiuso, ma per chi è del mestiere o del luogo non è una cosa così eclatante, anzi è un caso comune in Egitto.
Secondo Profeta di Mut
In mezzo a questi ultimi ritrovamenti c’è un sarcofago di legno che protegge una mummia con una rara maschera di argento e oro con pietre d’onice, ossidiana e alabastro. E’ un reperto straordinario e unico di una persona di cui non si conosce il nome anche se porta inciso sul sarcofago stesso i suoi titoli o meglio: Secondo Profeta di Mut, dea madre che con Amon Ra e Khonsu rappresentava la triade più venerata a Karnak.
Testa di Marco Aurelio
Altra interessante scoperta è stata quella a Kom Ombo dove è stata ritrovata la testa in marmo dell’imperatore romano Marco Aurelio vicino al tempio del dio coccodrillo Sobek. Il ritratto si riconosce subito per i capelli ricci e la barba, ma non è stato trovato durante uno scavo archeologico, bensì è emerso dai lavori di drenaggio di una falda freatica iniziati il settembre scorso.